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Tecarterapia

La tecarterapia è il mezzo fisico fisioterapico più prestito dai medici specialisti, più richiesto dai pazienti, più utilizzato dai fisioterapisti. 

La Tecarterapia è stata introdotta in Italia nella seconda metà degli anni 90 e si é migliorata nella qualità del segnale e del trasferimento energetico, nella sicurezza per il paziente e per l’operatore e nella creazione di accessori sempre più evoluti per il trattamento di tutte le zone del corpo.

La Tecarterapia ha avuto da sempre una grande diffusione nel trattamento delle patologie osteo-articolari, in particolare nell’ambito della riabilitazione del paziente sportivo.

Cos’è la Tecarterapia

T.E.CA.R. sta ad indicare Trasferimento Energetico Capacitivo Resistivo ovvero il modo in cui la Tecar-terapia trasferisce energia ai tessuti. Sinonimi possono essere “diatermia da contatto”, “diatermia a radiofrequenza” o “diatermia capacitiva resistiva”. 

Come dice già il nome la Tecarterapia è una terapia che agisce somministrando energia ai tessuti e le parole Capacitiva e Resistiva stanno ad indicare le modalità con cui può essere effettuata questa somministrazione.

Questo mezzo fisico è conosciuto anche come radiofrequenza o diatermia da contatto, ecco il perché di questi due sinonimi:

1 – TECARTERAPIA COME “RADIOFREQUENZA”: questo termine indica lo spettro elettromagnetico di cui fanno parte le onde elettromagnetiche erogate dalla tecar, che è compreso tra i 500.000 Hz e 1 mega Hz, molto vicino a quello utilizzato dalle onde radio. 
Qual è allora la differenza tra una radiofrequenza utilizzata da un’estetista e una tecarterapia utilizzata da un fisioterapista? A livello di frequenza di onda non c’è alcuna differenza, ma i dispositivi utilizzati nei centri estetici, non essendo dei mezzi fisici “medicali”, sono depotenziati, quindi hanno una potenza minore rispetto a quelli utilizzati dai fisioterapisti.
Quindi la tecarterapia può essere utilizzata come la radiofrequenza di un centro estetico, impostando una potenza minore, ma una radiofrequenza non può essere utilizzata come una tecarterapia.
In fisioterapia inoltre vengono utilizzati particolari manipoli e accessori per arrivare a cedere l’energia più in profondità e per trattare parti anatomiche più complesse da trattare con i manipoli classici.

2 – TECARTERAPIA COME “DIATERMIA DA CONTATTO”: con questo termine si indica la tecarterapia in termini fisici.
È una diatermia, cioè un mezzo fisico in grado di produrre calore endogeno. A differenza di altri macchinari, la tecar necessita del contatto dei due elettrodi sul paziente affinché si possa effettuare l’applicazione ed ecco perché è detta “diatermia da contatto”.

La Tecarterapia può essere inserita in tutti i piani terapeutici per la cura e il trattamento delle patologie legate a mani, spalle, ginocchia, gomiti, anca, colonna vertebrale ed eliminare con efficacia dolori articolari nei pazienti sportivi e non.

Come funziona la Tecarterapia

La Tecarterapia induce all’interno dei tessuti lesi un movimento alterno di attrazione e repulsione delle cariche elettriche degli ioni presenti nei tessuti corporei.
In tal modo la tecarterapia trasferisce energia ai tessuti senza alcuna somministrazione di energia radiante dall’esterno. 

Ciò che avviene durante una seduta è che dell’energia viene trasferita ai tessuti mediante due sistemi differenti, focalizzando l’energia su tessuti differenti in funzione di dove è localizzata la patologia:

  • Sistema capacitivo, rilascia più energia nei primi strati sotto l’elettrodo, efficacie sui tessuti molli e superficiali (muscoli, sistema vascolare e linfatico, etc.)
  • Sistema resistivo, rilascia più energia nei tessuti ad alta impedenza (cioè che lasciano passare minor energia), per questo è utilizzata per applicazioni sui tessuti ossei, cartilaginei, tendinei, aponeurotici.

Pertanto possiamo dire che il sistema capacitivo, che ha una distribuzione dell’effetto terapeutico immediatamente sotto l’elettrodo, è generalmente più adatto a trattare patologie che si localizzano superficialmente come ad esempio le contratture muscolari e gli ematomi superficiali e gli edemi; mentre il sistema resistivo, che ha una distribuzione dell’effetto terapeutico più in profondità, è generalmente più utile nel trattamento delle problematiche più profonde che possono coinvolgere le articolazioni e i tendini. 

L’utilizzo della Tecarterapia deve essere il più specifico possibile. Prima deve esserci una diagnosi o una valutazione funzionale. Una volta individuato il tessuto target, origine dei sintomi o della disfunzione, solo allora si decide quale modalità e quali accessori utilizzare. 

Come avviene il trasferimento di energia in Tecarterapia

È importante ricordare che il corpo umano è composto principalmente di acqua e sali disciolti in essa, questi si scompongono in cariche elettriche positive e cariche elettriche negative.
La tecarterapia crea prima una forza che attrae e successivamente una forza che respinge queste cariche elettriche.

Il calore profondo o endogeno, è indotto nel paziente dalla tecarterapia per mezzo dell’effetto Joule. Gli ioni (particelle cariche elettricamente) presenti nella regione corporea che si sta trattando vengono fatti oscillare centinaia di migliaia di volte al secondo, e questo rapido movimento oscillatorio produce calore. Quello che si verifica è una vibrazione degli ioni contenuti nel corpo, questo effetto non avviene nel corpo intero ma solo nella parte che è compresa tra la piastra e l’elettrodo utilizzato. 

Il paziente non percepisce corrente ma semplicemente sensazioni di tepore. La tecar non emana radiazioni ionizzanti come quelle che si producono durante le radiografie quindi non è pericolosa anche se va utilizzata comunque da personale esperto per avere un corretto effetto terapeutico e non arrecare danni ai tessuti.

Gli effetti biologici prodotti dalla tecarterapia sono fondamentalmente 3:

  • Effetto chimico: si ipotizza che la tecar porti ad una normalizzazione del potenziale di membrana, gli scambi cellulari tendono ad alterarsi in stati infiammatori;
  • Effetto termico: durante l’applicazione di tecarterapia c’è un richiamo di sangue nella regione trattata. Inoltre stimola il metabolismo delle fibre collagene e favorisce il rilassamento muscolare. Questo corrisponde a un aumento del microcircolo locale e di calore. 
  • Effetto meccanico: l’effetto termico produce un effetto meccanico indotto importante, anche attraverso la vasodilatazione delle strutture del sistema vascolare provocate dall’iperemia. Inoltre è possibile trattare i tessuti mentre questi sono stimolati dagli elettrodi, abbinando quindi la tecarterapia con la massoterapia, la terapia manuale, la terapia mio-fasciale e riabilitazione funzionale. 

Il fisioterapista avendo chiari gli effetti biologici può più facilmente strutturare il programma terapeutico, quindi privilegiare uno degli effetti in base alla fase terapeutica, acuta, sub acuta o cronica; inoltre si può prediligere un trattamento che privilegia l’effetto termico in una patologia cronica di preparazione dei tessuti per un trattamento di terapia manuale o di un particolare esercizio terapeutico o rieducazione funzionale.

Da cosa è formata la Tecarterapia

Il dispositivo tecarterapia è costituito da tre elementi principali:

  • una macchina centrale, all’interno della quale vi è il motore;
  • un elettrodo: capacitivo o resistivo;
  • una piastra.

L’area da trattare sarà interposta tra la piastra e l’elettrodo, in modo da essere stimolata. La sensazione che si avverte nel corso del trattamento è quella di un piacevole massaggio caldo, Il terapista infatti muove continuamente l’elettrodo.

Viene utilizzata una particolare crema conduttiva per il trattamento, che migliora la conduzione dell’energia dall’elettrodo al corpo del paziente. La crema per Tecarterapia ha un importante ruolo nel trasferimento energetico. Ogni apparecchio per Tecarterapia ha una sua specifica crema conduttiva. 

Attualmente i dispositivi tecar moderni, includono anche molti altri accessori:

  • schermi touch o tablet  per regolare le impostazioni;
  • elettrodi bipolari che permettono di effettuare il trattamento senza l’utilizzo della piastra;
  • sistemi statici automatici per poter eseguire l’applicazione senza che il fisioterapista abbia mani impegnate a tenere gli elettrodi;
  • sistemi con il neutro (la piastra) dinamico, in cui la piastra ha la stessa forma di un elettrodo e consente di poter effettuare geometrie energetiche più specifiche e precise;
  • miofasciali;
  • elettrodi interni per la riabilitazione del pavimento pelvico;
  • IASTM

Come si applica la Tecarterapia

L’applicazione di tecarterapia può avvenire in diversi modi:

  • Applicazione base, il fisioterapista, dopo aver collocato la piastra muove l’elettrodo sulla zona da trattare per creare una omogeneità di energia nell’area sofferente. Un’applicazione può durare dai 15/20 minuti per una singola parte del corpo.
  • Applicazione integrata con la massoterapia, consente al fisioterapista di percepire in maniera continua quelle che sono le tensioni muscolari e di agire in maniera più intensa laddove ce ne sia la necessità.
  • Applicazione integrata con la terapia manuale, il fisioterapista utilizza l’elettrodo come fosse l’estensione della sua mano per andare a muovere le articolazioni irrigidite da processi degenerativi o traumatici associando l’effetto terapeutico della tecarterapia con quello specifico del movimento delle articolazioni.
  • Applicazione integrata con l’esercizio terapeutico, il fisioterapista può scegliere piastra e elettrodi adesivi o in alcuni casi utilizzare due manipoli per far si che il paziente possa compiere degli esercizi attivi mentre esegue la seduta terapeutica. Quest’ultima modalità è estremamente potente in quanto consente di lavorare direttamente sui movimenti che possono essere limitati o dolenti producendo un recupero funzionale più veloce.

In queste forme di applicazione integrata, il fisioterapista potrebbe scegliere particolari geometrie tra piastra ed elettrodo o particolari accessori al fine di agevolare il movimento delle articolazioni.

I benefici della Tecarterapia

Alla tecarterapia vengono riconosciuti:

  • un effetto biostimolante, utile sia nei processi degenerativi che nei processi traumatici; 
  • un effetto drenante, utile oltre che nelle patologie estetiche anche in quelle infiammatorie, un incremento della temperatura che può essere utile a rilassare la muscolatura; 
  • un effetto antidolorifico che è il risultato dei precedenti.

I benefici e i meccanismi fisiologici della Tecarterapia sono molteplici:

  • Miglioramento dell’afflusso arterioso con incremento dell’apporto di sostanze nutritizie ed ossigeno;
  • Miglioramento del deflusso venoso linfatico con più efficiente espulsione di tossine e cataboliti, quindi riduzione dell’infiammazione;
  • Miglioramento dell’equilibrio della membrana di tutte le cellule presenti nell’area trattata dovuta all’ aumento del metabolismo;
  • Potenziamento e sinergia con principi attivi che si vogliono veicolare come trattamenti topici.

Indicazioni terapeutiche della Tecarterapia

La tecarterapia può coadiuvare il trattamento di diverse patologie:

  • fibromialgia,
  • cervicalgia,
  • mal di schiena, 
  • artrosi,
  • distorsioni di caviglia,
  • dolore al tendine di achille,
  • borsite del gomito,
  • borsite trocanterica,
  • strappi muscolari,
  • borsite alla spalla,
  • lesioni tendinee,
  • Sindrome del piriforme,
  • traumi ossei e osteoarticolari,
  • fratture delle costole da osteoporosi,
  • riabilitazione post chirurgica: come ad esempio la riparazione del legamento crociato anteriore o della cuffia dei rotatori,
  • metatarsalgia: ne soffrono soprattutto le donne che usano spesso scarpe con il tacco,
  • dolori muscolari,
  • pubalgia,
  • edemi: ne abbiamo trattati molti che si erano formati a seguito di una forte contusione,
  • ematomi come quelli che si formano nel caso di importanti lesioni muscolari,
  • dolore alle ginocchia (gonalgia),
  • sindrome femoro-rotulea,
  • meniscosi,
  • lesione legamento crociato posteriore,
  • tenosinovite,
  • alluce valgo,
  • coxartrosi,
  • lesione cartilagine triangolare del polso,
  • lesioni tendinee: es. la rottura del tendine del capo lungo del bicipite, del tendine del muscolo sopraspinoso,
  • artrosi del ginocchio (gonartrosi),
  • fascite plantare,
  • epicondiliti chiamate anche “gomito del tennista”,
  • epitrocleiti conosciute anche come “gomito del golfista”,
  • capsuliti come nel caso della capsulite adesiva,
  • spalla congelata,
  • contratture,
  • borsiti, spesso se ne vedono in spalle problematiche o nella parte posteriore del gomito (borsite olecranica),
  • dolori muscolari,
  • sciatica,
  • lombalgia,
  • lombosciatalgia,
  • colpo della strega,
  • cicatrici,
  • traumi sportivi,
  • condropatia rotulea,
  • frattura del femore,
  • dito a scatto,
  • frattura dell’acetabolo,
  • frattura della clavicola,
  • frattura dell’omero,
  • frattura della tibia,
  • frattura del metatarso,
  • frattura del calcagno,
  • spina calcaneare,
  • tallonite,
  • triggerpoint,
  • dolore dietro al ginocchio,
  • dolore al centro della schiena,
  • dolore al collo.

In traumatologia viene applicata per facilitare il riassorbimento degli ematomi e nella biostimolazione delle lesioni muscolari. Tuttavia l’incremento termico, che è così utile nel trattamento delle contratture, è controindicato nelle patologie in fase acuta e quindi è la valutazione che il fisioterapista fa prima di eseguire la seduta, a determinare la scelta dell’impostazione dei parametri.

Le controindicazioni della Tecarterapia

Come tutti gli elettromedicali, anche la tecarterapia presenta delle controindicazioni assolute, per le quali il trattamento non deve essere effettuato per nessun motivo, e delle controindicazioni relative dove a seconda dei casi o del distretto specifico da trattare, il fisioterapista può eseguire l’applicazione.

Controindicazioni ASSOLUTE per la tecarterapia

Sono principalmente 5:

  • pazienti affetti da neoplasie, o che sono stati affetti da tale patologia negli ultimi 10 anni: il motivo che impedisce assolutamente di effettuare l’applicazione a questo tipo di persone è l’ipotetico rischio che lo stimolo biologico della tecar possa stimolare un’eventuale presenza di cellula tumorale. 
  • Pazienti in stato di gravidanza: anche in questo caso si teorizza che lo stimolo biologico indotto dalla tecar potrebbe influenzare la crescita del bambino. 
  • Pazienti in età pediatrica: si tratta di tessuti in continuo accrescimento, e nel dubbio che lo stimolo biologico possa alterare tale crescita si preferisce vietare assolutamente le applicazioni. 
  • Pazienti portatori di pacemaker o qualsiasi altro device non scollegabile dal corpo: come ad esempio il device utilizzato dai diabetici per l’insulina. Il campo elettromagnetico della tecarterapia potrebbe interferire con i device, e nel caso di pacemaker, qualora si creassero delle alterazioni di funzionamento si rischierebbe di mettere in gravi condizioni il paziente. Per questo motivo è assolutamente vietato. 
  • Pazienti che soffrono di epilessia.

Le controindicazioni relative sono diverse e ne elenchiamo alcune:

  • Pazienti in stato influenzale e/o febbrile: un eventuale stimolo biologico indotto dall’esterno potrebbe portare più disagi che benefici in pazienti con stato fisico già alterato.
  • Pazienti portatori di protesi: alcune protesi, in particolare quelle utilizzate in passato, sono altamente conduttive. 
  • Pazienti con patologie dermatologiche.
  • Pazienti con ferite aperte: eseguire un trattamento di tecarterapia su una cicatrice non completamente chiusa potrebbe aumentare il rischio di infezione e portare problemi alla ferita.
  • Pazienti con diabete o patologie che alterano la sensibilità cutanea: il trattamento di tecarterapia include il feedback del paziente per una buona riuscita del trattamento. 
  • Pazienti con alterazione della sensibilità superficiale e che non sono in grado di percepire l’aumento del  livello di calore sulla pelle.
  • Pazienti psichiatrici che possono avere comportamenti o compiere azioni che metta in pericolo la loro incolumità durante il trattamento.
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